Note sui templi

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La parola tempio indicava l’edificio consacrato al culto delle divinità, creato come dimora permanente o temporanea del dio. Il termine templum deriva da una radice che indica l’atto di tagliare, cioè delimitare il luogo da adibirsi al culto. Templum era anche lo spazio che l’augure di volta in volta circoscriveva in cielo per osservare i presagi. Nel periodo romano, con templum si indicavano tutti i luoghi sacri “inaugurati”, mentre gli altri, non creati per mezzo dell’atto augurale, si chiamavano aedes sacrae.

Il tempio romano è molto simile a quello greco, ma ha una struttura più larga e un podio con gradinata anteriore, assente in quello greco, e preferisce la pianta prostila (cioè con le colonne periferiche solo davanti) a quella periptera (completamente circondato). Il colonnato che circonda esternamente la cella è di solito formato semplicemente da semicolonne addossate alle pareti laterali, mentre sulla facciata principale, secondo lo schema del tempio etrusco, si eleva un profondo portico su di un podio a gradini. In età imperiale il tempio è molto più grande e si arricchisce di nicchie e absidi, spazi semicircolari ricavati nelle pareti che o dovevano accogliere statue, o erano realizzati per rendere più complessa la pianta di un edificio. La copertura non è più costituita solo da un tetto a due falde, ma anche da volte a botta o a cupola. Nell’architettura romana una pianta molto particolare è quella del tempio rotondo, formato da un locale circolare, circondato da colonne concentriche.

Gli ordini, cioè il complesso della decorazione delle colonne e dei relativi capitelli, furono un elemento caratteristico dell’architettura monumentale romana. Fu importato l’ordine dorico, corinzio ed ionico dall’arte greca. Inoltre fu largamente adottato a Roma l’ordine tuscanico, semplificazione del dorico creato dagli Etruschi.

È caratteristico dei Romani il successivo abbandono della funzione statica degli ordini, che i Greci intesero solo come sostegno delle loro costruzioni. A Roma, invece, anche per il grande sviluppo assunto dalla tecnica cementizia, l’ordine dei colonnati e delle trabeazioni venne piano piano ad essere considerato in funzione decorativa. Perciò i Romani preferivano a tutti quanti gli ordini quello corinzio (anche nella varietà composita), che con il suo capitello floreale e il fregio ricchissimo si adattava meglio agli edifici trionfali dell’Impero. Il capitello corinzio venne modificato, poiché doveva essere più sfarzoso: le foglie di acanto vennero gonfiate in una struttura floreale assai più appariscente.

tratto dal sito del Liceo Cavour di Roma

La lista dei templi è stata realizzata con l’aiuto di Enrico Rizzi (Bolzano) a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti

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